Pubblicato su Nuova Monza e Brianza (Clicca qui)
Malattie mentali, quando far finta di non vedere il problema non è risolvere il problema. L’argomento è uno di quelli difficili. Di quelli di cui in pochi ne parlano. Che non porta nemmeno un click sul web e quindi non se ne parla. Meglio fingere di non vedere per non sapere e pensare. Meglio non sapere che da quando è stato chiuso l’ambulatorio di Lissone i malati debbono andare a Carate. Meglio fingere che all’ospedale San Gerardo di Monza vada tutto bene e che il pronto soccorso psichiatrico non sia necessario.
.. il giornalista spiega la motivazione del nome Giulia e Matteo.... e poi prosegue
Un viaggio tra la grande disorganizzazione delle strutture psichiatriche e la mancanza di un supporto per chi lotta tutti i giorni.
Dopo la Legge Basaglia del 1978, i problemi per i malati mentali e le strutture che li ospitano sono andati ad aumentare. Disorganizzazione nei reparti psichiatrici e tante mancanze nel tessuto locale del territorio. Come hanno sottolineato i soci dell’Associazione “Giulia e Matteo, la situazione psichiatrica italiana è confusa. Sorvolando l’eterno dibattito tra psicanalisi e psichiatria, a mancare nel Belpaese è un’organizzazione che permetta alle persone con i disturbi mentali di vivere serenamente le cure e la vita al di fuori degli ospedali. Tra i tanti problemi della Brianza, l’Associazione ha più volte sottolineato la mancanza di un ambulatorio psichiatrico nel Comune di Lissone. La struttura, presente fino al 2012, è stata chiusa e trasferita a Carate. Si parlava di spostamento temporaneo ma, come tante realtà “all’italiana”, è rimasta nella cornice del paese brianzolo in cui è stata trasferita. Oltre alla situazione lissonese, anche l’ospedale San Gerardo di Monza ha i suoi punti d’ombra. Prima tra tutti, la mancanza di un pronto soccorso psichiatrico dedicato alle persone con malattie mentali. Invece che dare priorità a queste problematiche, nelle situazioni di crisi, i malati psichici fanno lo stesso iter di un qualunque bambino con una slogatura dopo la partita di calcetto. Senza addentrarsi nello specifico delle comunità e del monitoraggio dei farmaci, la situazione rivela le lacune della sanità italiana. Forse allo sbando, forse alle prese con le troppe mancanze che fanno comodo ai soliti noti.
Sullo sfondo, come un faro in una notte di tempesta, l’Associazione “Giulia e Matteo” mira alla corretta applicazione della legge e al miglioramento di quest’ultima. Invece, nella realtà di tutti i giorni, l’associazione si mette in gioco perché le famiglie che vivono con persone malate possano andare avanti con più serenità. In primis, i soci combattono perché a Lissone venga riportato l’ambulatorio psichiatrico. Una lotta che ha coinvolto l’Amministrazione comunale, felice di impegnarsi per questo obiettivo. Oltre a questo, l’Associazione si ritrova ogni primo sabato del mese nei locali del Centro ricreativo "Colori della Vita" a Lissone. In questo frangente, le 27 famiglie associate si ritrovano per avere, oltre a tante parole di conforto, un consiglio su come destreggiarsi nella confusione dei reparti psichiatrici brianzoli. Tante volte, basta solo una parola per trovare conforto in un percorso difficile.
Alessandro Galli
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