Introduzione alla mostra

APERTURES

Apertures è una mostra ontologicamente incompleta e sintetizzabile in estremis solo nel suo titolo, la mostra è concepita sperimentalmente come una serie di aperture ad oltranza fatte per garantire una sequela indefinita e infinita, spiragli del pensiero composti e combinati svariatamente, come flussi della coscienza, sovrascrivono domini esemplari nel loro essere carattere primario, fasci di incipit si susseguono tra loro, sia paralleli che intrecciati, sul riferimento ideale della rete, in riferimento a quest’ultima Apertures è visualizzabile come un insieme di insiemi, un nodo sovracosciente composto di più nodi particolari più o meno strutturati e rilasciati all’apparire e all’esistere in diversi stadi compositivi e evolutivi, in Apertures infatti l’anteprima coesiste con il definitivo, in questo luogo ipertestuale e simile ad una macchina poli temporale, ogni punto è il centro potenziale autentico e ognuno di questi centri è virtualmente dotato della medesima importanza, ciò rimane come e in rappresentanza oltre che a favore del superamento della logica del superamento stesso, indirizzata verso un orizzonte irraggiungibile della coesistenza del molteplice sostenuto dalla singolarità eccezionale del plurale,in questo spazio del conseguente, dal flow, si viene trasportati verso l’overflow e viceversa, ciò avviene nella logica intrinseca di un automatismo proprio e proprietario del fatto esposto, una scrittura caratterialmente iperbolica, strutturale e post surreale, che straborda di concetti e allusioni disperse, di differenze e ripetizioni ,senza dimenticare l’oscuro che alleggia come spettro su tutta la manifestazione, e che richiede per una decifrazione probabile, e mai certa delle trame sottese, una eteronimia di lettori modello, una diffrazione di punti visuali instabili e parziali in una costante richiesta di equilibrio, che generino probabili arcipelaghi interpretativi, tra il collettivo e l’individuale, e una dinamica virtuosa tra supervisioni varie e focus puntuali o nomadici. Apertures, teoricamente, è un modello curatoriale specifico per la stessa teoria che trasmette e veicola nel suo particolare ritorno del reale, una collezione senza soluzione di continuità di format, forme, medium, immagini, loghi, testi, ready made, sculture, fotografie, informazioni più o meno manipolate e ibridazioni creative e riflessive tra tutti questi modelli espressiviconsolidati dall’uso consapevole e chiamati in causa per la significazione di sé e del loro oltre, in altri termini Apertures è un “Save point” di contenuti e contenitori autorialmente in attesa di definizione costante, pronti all’uso e al loro farsi prossimi, una postproduzione a favore dell’indefinito tout court, un work in progress in un continuum pregresso e fluttuante, un fatto “altercritico” moderno, un dispositivo intelligibile progettualmente sostenuto da se in virtù del collegamento, una connessione tipo offerta spesso nella veste di “link ready made”, infrasottile ricerca dell’infrasottile, e dalla relazione materiale e ideale, sia interna, tra le sue parti, che esterna, tra i riferimenti, anche fuori dal controllo di una regia stretta troppo lontana dalle spinte inconscie, che intercetta più o meno liberamente e con più o meno concretezza. Se vi chiedeste dove comincia Apertures, sarebbe ipotizzabile, forse, dire che l’inizio è irrintracciabile, perso nella memoria dell’inconoscibile, e se si volesse sapere dove finisce, sarebbe probabilmente oltre le nuvole, la mostra non si chiede ,di fatto, e per sua interiore natura, di iniziare o finire ma solo di rappresentare una discontinuità nel tessuto spaziotempo delle idee alle quali si lega e rimanda e delle quali si nutre vivendone le direzioni e le traiettorie nella fitta rete del senso che intercettano. Paradossalmente la mostra potrebbe scomparire nella rarefazione diluita dell’allontanamento tra le cose e nelle pieghe della dimenticanza del tempo o continuare per sempre a esistere nel suo spirito e a ridefinirsi nella volontà di esistere, d’altro canto a cosa serve una apertura se non a permettere una uscita o un ingresso.


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