Disturbi della Personalità
Quanto segue è frutto di un "saccheggio" dagli opuscoli "I colori dell'animo" elaborati dal dipartimento Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta a cui va il nostro più sentito ringraziamento.
INTRODUZIONE
Si stima che dal 5% al 15% della popolazione adulta presenti un disturbo di personalità. Tutti noi verosimilmente possediamo uno o più tratti di personalità suscettibili di miglioramento. Ciò che caratterizza invece i disturbi di personalità è che i tratti costituenti appaiono rigidi ed immodificabili e determinano sofferenza o nuocciono in maniera sensibile all’adattamento ed al funzionamento dell’individuo.
DEFINIZIONE DI DISTURBO DI PERSONALITÀ
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali un Disturbo di Personalità “rappresenta un modello di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo, è pervasivo e inflessibile, esordisce nell’adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo, e determina disagio o menomazione”.
Il DSM_IV identifica 10 tipi diversi di disturbo di personalità ed applica loro una definizione generale.
Questa definizione dovrebbe permettere di rilevare la presenza di un disturbo di personalità prima di valutare la specificità del disturbo stesso.
I criteri generali adottati dal DSM, che ricordiamo devono essere tutti contemporaneamente rispettati per poter fare diagnosi di disturbo di personalità, sono così schematizzati:
Criterio A. Esperienza interiore e comportamento che si discostano marcatamente dalle aspettative della cultura dell’individuo (modello abituale).
Criterio B. Il modello abituale risulta inflessibile e pervade una vasta gamma di situazioni personali e sociali.
Criterio C. Il modello abituale determina un disagio clinicamente significativo e una compromissione del funzionamento sociale, lavorativo e di altre aree importanti.
Criterio D. Il modello è stabile, di lunga durata e l’esordio può essere fatto risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta.
Criterio E. Il modello abituale non è manifestazione o conseguenza di un altro disturbo mentale.
Criterio F. Il modello abituale non risulta collegato agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es.una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es. un trauma cranico).
La valutazione di un “disturbo di personalità” è legata ad una definizione del concetto di personalità. I tratti di personalità sono modalità costanti di percepire, di rapportarsi e di pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi.
Siamo di fronte ad un disturbo di personalità soltanto in quei casi in cui tali tratti risultino rigidi, non si adattino o causino una compromissione funzionale importante o una sofferenza soggettiva.
I disturbi di personalità rappresentano in sostanza delle “distorsioni” nello sviluppo della personalità dell’individuo, che possono risalire a fasi evolutive anche molto precoci,e costituiscono un modo di adattarsi, patologico e/o problematico, allo specifico ambiente di vita.
Possiamo anche pensare a questi disturbi come ad un eccessivo restringimento della propria visione della realtà e delle proprie modalità di rispondere ad essa, con conseguente eccesso di rigidità di pensiero o di comportamento. Da un punto di vista psicopatologico, i disturbi di personalità sono inquadrabili in una categoria intermedia che si situa tra le patologie di tipo psicotico e quelle di natura nevrotica.
PRINCIPALI TIPI DI DISTURBO DI PERSONALITÀ
Vengono identificati tre gruppi di disturbi di personalità, in relazione a caratteristiche comuni:
il gruppo A, definito “originale_eccentrico”, comprende i disturbi paranoide, schizoide e schizotipico;
il gruppo B, definito “drammatico_imprevedibile” è composto dai disturbi antisociale, borderline, istrionico e narcisistico;
il gruppo C, detto “ansioso_spaventato” comprende i disturbi evitante, dipendente ed ossessivo-compulsivo.
Nel Disturbo di Personalità Paranoide il soggetto presenta tratti di diffidenza e sospettosità nei confronti degli altri, che insorgono solitamente nella prima età adulta e modellano la personalità rendendola eccessivamente difesa, chiusa, inibita nell’espressione dei propri sentimenti ed aggressivamente iper-reattiva nei confronti degli altri.
I Disturbi di Personalità Schizoide e Schizotipico indicano una fondamentale carenza nell’ambito delle relazioni del soggetto, che si esprime attraverso modalità di rapporti sociali improntati a distacco emotivo o comunque insufficienti e deficitari; in questi casi si apprezzano solitamente ritiro sociale, idee di riferimento ed esperienze bizzarre, eccentricità comportamentali, affettività bloccata ed eccessiva ansia sociale.
Nel Disturbo di Personalità Antisociale si evidenziano le problematiche di inosservanza e violazione dei diritti degli altri fin dall’età adolescenziale, con difficoltà nel conformarsi alle norme sociali, ripetuti episodi di disonestà punibili legalmente, irresponsabilità e condotte aggressive che denotano una sottostante marcata difficoltà nel controllo delle pulsioni.
Solitamente in questi casi il soggetto non prova rimorso per i propri atti e ciò indica una inadeguata strutturazione del sentimento morale all’interno del quadro di personalità.
Il Disturbo di Personalità Borderline presenta un quadro clinico caratterizzato da una marcata difficoltà nel controllo degli impulsi associata ad una accentuata instabilità nella sfera delle relazioni interpersonali e dei rapporti affettivi, che risentono solitamente di vecchie problematiche di vissuti di tipo abbandonico con sentimenti di solitudine e di vuoto affettivo; sono possibili comportamenti di tipo impulsivo, anche di grave entità, diretti sia contro se stessi che contro gli altri.
Nel Disturbo Istrionico di personalità si può rilevare l’emergere di alcuni tratti tipici che condizionano la personalità nel suo complesso, quali un bisogno eccessivo ed una ricerca di attenzione (essere costantemente al centro dell’attenzione, e sentirsi a disagio laddove ciò non si verifica) e comportamenti diretti a tal fine (per es. Atteggiamenti seducenti e provocanti, utilizzo dell’aspetto fisico per attrarre l’attenzione altrui).
Il Disturbo Narcisistico presenta un quadro clinico complesso che si caratterizza essenzialmente per un eccessivo investimento delle pulsioni sulla propria persona, a scapito delle relazioni. Il disturbo narcisistico costituisce quindi la distorsione patologica della normale valorizzazione di sé, che qui diviene invece eccessiva.
Nel Disturbo Evitante di personalità gli aspetti più importanti sono l’inibizione sociale e le difficoltà nelle relazioni interpersonali, associati a sentimenti di inadeguatezza, ipersensibilità al giudizio altrui e quindi costante timore di essere criticati, disapprovati o rifiutati: ciò induce appunto la messa in atto di manovre di evitamento di luoghi sociali o anche di ambienti di lavoro.
La dipendenza e la passività eccessive, che giungono a produrre forti timori ed angosce di separazione verso figure importanti del proprio ambiente di vita e all’impossibilità di condurre una propria vita autonoma rispetto a queste, delineano invece il Disturbo di personalità Dipendente.
Il Disturbo di personalità Ossessivo_Compulsivo, infine, rappresenta un quadro clinico in cui l’ipercontrollo, il perfezionismo, la ricerca ossessiva dell’ordine attuata attraverso rituali e meccanismi di tipo compulsivo hanno un ruolo centrale nell’economia psichica del soggetto.
DECORSO E PROGNOSI DEI DISTURBI DI PERSONALITÀ
L’esordio di un disturbo della personalità può essere abitualmente osservato nell’adolescenza o all’inizio dell’età adulta, con un decorso relativamente stabile, che nelle forme più gravi può essere interrotto da episodi depressivi o psicotici brevi che si risolvono solitamente con la apparente guarigione dell’individuo.
Taluni disturbi hanno la tendenza a ridursi o scomparire nel corso degli anni mentre altri tendono alla cronicità.
L’andamento clinico e la prognosi di tali patologie sono influenzati comunque dalla terapia e da un riconoscimento precoce da parte dello specialista.
TERAPIA DEI DISTURBI DI PERSONALITÀ
Per quanto riguarda le possibilità di trattamento, sembra importante poter effettuare una terapia associata psicoterapica e psicofarmacologica.
Per quanto attiene alla terapia farmacologica di tali disturbi infatti è importante sottolineare come essa, oltre che ad agire sullo specifico disturbo, sembra essere efficace sulla globalità del disturbo.
Fra le psicoterapie si fanno preferire le tecniche psicodinamiche di tipo espressivo e la cognitiva, oltre che le cosiddette terapie di sostegno.