Il disturbo somatoforme

Quanto segue è frutto di un "saccheggio" dagli opuscoli "I colori dell'animo" elaborati dal dipartimento Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta a cui va il nostro più sentito ringraziamento.

CHE COSA É IL DISTURBO SOMATOFORME

Il disturbo somatoforme insorge in concomitanza con un profondo mutamento nella vita del soggetto, in genere eventi negativi, legati ad un conflitto con un’importante persona di riferimento o ad una perdita, rispetto ai quali il soggett stesso inconsapevolmente si autocensura.

Può conseguirne, in personalità particolari, un’espressione del conflitto o del dolore psichico a livello corporeo anziché verbale.

Le sindromi somatoformi sono disturbi riferiti al corpo, che però si manifestano in assenza di una patologia organica.

Essi possono interessare praticamente qualsiasi organo o regione del corpo.

Il termine “somatoforme” proviene dal greco “soma” (corpo, fisico) e dal latino “forma” (aspetto, forma) e indica quei disturbi che presentano manifestazioni fisiche come una malattia dell’organismo, pur derivando in realtà da cause psichiche.

Nella medicina e nel linguaggio corrente esistono numerosi termini per indicare lo stesso fenomeno: disturbo funzionale, disturbo psicosomatico, esaurimento nervoso, neurastenia, disturbo psicovegetativo, disturbo di somatizzazione, sindrome da stress, distonia vegetativa, nevrosi vegetativa e altri ancora.

I disturbi somatoformi sono difficili da inquadrare, in quanto compromettono il funzionamento di un organo senza che possa essere accertata, anche con le indagini più aggiornate, una sua lesione vera e propria.

Nondimeno, essi causano sovente grave sofferenza a chi ne è colpito.

EPIDEMIOLOGIA

Di tutti i pazienti che si rivolgono al medico di medicina generale, quelli con disturbi somatoformi oscillano fra il 15 ed il 20%.

Nelle donne l’incidenza è doppia rispetto agli uomini.

Il disturbo si manifesta perlopiù fra i 20 e i 40 anni di età, colpisce soprattutto le persone celibi o nubili, separate o divorziate, o che presentano gravi difficoltà relazionali intra ed extra familiari.

EZIOPATOGENESI

I disturbi somatoformi si distinguono per alcuni elementi caratteristici.

L’esordio di un disturbo somatoforme ha in genere radici lontane nel tempo ed è spesso difficile da individuare.

Se però nella storia clinica recente non compaiono episodi di stress psichico, è probabile che si tratti di un disturbo organico.

Quanto maggiore è il numero di sintomi lamentati, tanto più improbabile è l’origine organica, in quanto le patologie fisiche iniziano di norma con pochi segni tipici.

Anche un cambiamento frequente dei sintomi descritti lascia presumere che si tratti di un disturbo somatoforme.

Spesso i disturbi insorgono in concomitanza con un profondo mutamento nella vita del soggetto.

Allo sviluppo di un disturbo somatoforme concorrono diverse cause.

I rapporti interpersonali nell’infanzia sembrano svolgere un ruolo importante.

La maggior parte dei soggetti colpiti proviene infatti da un ambiente familiare piuttosto rigido, eccessivamente formale e gravato da eventi stressanti.

La condizione di figlio naturale, la conflittualità fra i genitori, la frequente assenza della madre o una sua malattia psichica, le forti aspettative nei confronti del soggetto stesso e la mancata elaborazione di stati ansiosi possono costituire elementi predisponenti allo sviluppo di un disturbo somatoforme.

SINTOMATOLOGIA

In molti casi i sintomi possono essere rappresentati con precisione (es. cefalea, fitte al cuore, bruciore urinario), in altri casi essi risultano difficili da descrivere o classificare (es. svogliatezza, stanchezza, inquietudine, senso di pesantezza addominale).

Spesso i disturbi si modificano nel tempo o vengono descritti via via in modo diverso dal soggetto (es. una sensazione di pressione e bruciore alla schiena possono manifestarsi due mesi dopo come dolore pungente con zone di insensibilità).

I disturbi somatoformi vengono innescati e mantenuti da condizioni di stress psicosociale.

Essi costituiscono un tentativo dell’inconscio di gestire una situazione di conflitto utilizzando l’organismo o parti di esso.

La sintomatologia comprende sempre disturbi psichici e fisici, anche se i pazienti tendono a mettere in evidenza i problemi fisici sottacendo quelli psichici.

A livello psichico si riscontrano: ansia, nervosismo, irritabilità, svogliatezza, indecisione, affaticabilità, difficoltà di concentrazione.

A livello fisico si osservano fra l’altro stanchezza, mal di testa, vertigini, ronzio alle orecchie, senso di oppressione o di nodo in gola, palpitazioni, cardiospasmo, senso di oppressione al torace, difficoltà di respirazione, inappetenza, nausea, crampi nel tratto digerente, gonfiore, diarrea o stitichezza, irregolarità del ciclo mestruale, difficoltà nei rapporti sessuali, minzione frequente, disturbi cutanei (prurito), sudorazione forte e improvvisa, disturbi del sonno, dolori alla colonna vertebrale o alle articolazioni e dolori muscolari.

DECORSO CLINICO

Nei disturbi somatoformi il rapporto medico-paziente è particolarmente delicato.

Per poter diagnosticare un disturbo somatoforme il medico deve naturalmente escludere qualsiasi causa organica.

Questo richiede in genere un certo numero di accertamenti che, a seconda del medico e del paziente, possono sfociare in una lunga serie di esami.

Il paziente viene così inviato da vari specialisti, che dispongono a loro volta ulteriori analisi.

Quando poi, dopo lunghe ricerche, viene alla fine formulato il sospetto di una causa psicogena, accade spesso che il paziente non si senta preso in considerazione e perda fiducia nel proprio medico, pensando che questo lo consideri un “malato immaginario”.

Deluso, il paziente cambia medico e si sottopone a una nuova serie di esami e accertamenti, sempre senza esito.

Si ha, quindi, un susseguirsi di richieste di consulenze mediche, secondo il fenomeno del “doctorshopping”.

In alcuni casi il soggetto si sottopone persino ad interventi chirurgici.

Quando poi il medico si convince che non vi è alcun disturbo organico, il rapporto con il paziente subisce in genere un cambiamento radicale: le richieste di aiuto del paziente possono essere considerate dal medico un fastidio e l’invio ad altri specialisti o la richiesta di ulteriori esami possono tendere a sollevarsi dalle continue richieste dello stesso.

Tale atteggiamento si rende improficuo per la successiva “carriera” del paziente, il quale, anziché sentirsi preso sul serio, si considera stigmatizzato come ipocondriaco e si rivolge così ad altri medici, sperando che questi lo capiscano.

E’ perciò determinante capire il disagio di tali soggetti.

Il medico curante dovrebbe convocare con una certa frequenza questo tipo di pazienti proprio per evitare che continuino a rivolgersi a colleghi sempre nuovi per richiedere esami inutili e costosi o addirittura interventi chirurgici.

DECORSO CLINICO

Un approccio adeguato nei confronti di tali soggetti ne consente un graduale, cauto progetto politerapeutico consistente in un trattamento psicofarmacologico con antipsicotici qualora vi sia associata una condizione psicotica, mentre gli ansiolitici attenuano il pericoloso stato d’ansia presente durante il periodo di stress acuto tenendo conto del rischio di dipendenza a lungo termine.

Utile l’impiego di antidepressivi nel caso in cui si configuri una deflessione del tono dell’umore.

I disturbi somatoformi sono la categoria di disturbi più numerosa in medicina.

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