Schizofrenia

Quanto segue è frutto di un "saccheggio" dagli opuscoli "I colori dell'animo" elaborati dal dipartimento Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta a cui va il nostro più sentito ringraziamento.


COS’E’ L'A SCHIZOFRENIA

Il termine Schizofrenia deriva dal greco e significa “Scissione della Mente”. Con questo termine si identifica un gruppo di disturbi psichici gravi che insorgono più frequentemente verso la fine del- l’adolescenza o all’inizio dell’età adulta e possono avere un esordio improvviso o graduale, differenti quadri clinici, diverso decorso e differente risposta alle terapie.

La Schizofrenia è una malattia mentale che compromette la capacità individuale di riconoscere e condividere una realtà comune, di gestire le proprie emozioni, la propria affettività e creatività ed implica, per la persona affetta, difficoltà relazionali sia all’interno della famiglia che nella società.

La Schizofrenia è una malattia diffusa e di enorme impatto sociale. Colpisce circa 1 persona ogni 100 con uguale distribuzione tra i sessi. Secondo l’OMS sono circa 24 milioni le persone che nel mondo soffrono di schizofrenia ed in Italia sono circa 245.000.

Coloro che si ammalano appartengono a tutte le classi sociali ed a tutti i  contesti ambientali; non si tratta quindi di un disturbo causato dall’emarginazione, dal disagio sociale, dall’adattamento culturale o da problematiche di tipo economico.


CAUSE

Le cause della Schizofrenia non sono conosciute ma sono state formulate molte ipotesi relative a diversi fattori che, interagendo l’un l’altro, possono influenzare l’esordio ed il decorso di tale malattia.

In particolare, sul versante biologico, si ipotizza una disfunzione dell’equilibrio biochimico dei neurotrasmettitori cerebrali (ipotesi dopaminergica della Schizofrenia) e sono state identificate delle aree cerebrali (sistema limbico, corteccia frontale e i gangli della base) che rivestono un ruolo fisiopatologico nell’insorgenza della malattia.

Molti studi genetici hanno  sottolineato l’ereditarietà della schizofrenia (sono noti gli studi sui gemelli monozigoti) e la possibilità di ammalarsi, se altri membri della famiglia ne sono affetti, pare correlata alla vicinanza della parentela (ad es. parenti di primo o secondo grado).

Non è stato dimostrato che la struttura della famiglia dello schizofrenico svolga un ruolo causale nello sviluppo della malattia, tuttavia ha una certa rilevanza un “comportamento familiare patologico” che può aumentare, in modo significativo, lo stress emotivo con il quale il paziente deve quotidianamente confrontarsi.


ASPETTI CLINICI

Il disturbo schizofrenico intacca le funzioni basilari dell’essere umano che danno alla persona il senso d’individualità, unicità ed autodirezione.

I pensieri più intimi, le emozioni, i sentimenti e le azioni sono spesso vissuti come conosciuti o condivisi dagli altri ed il soggetto può viversi al centro di tutto quello che succede, può quindi sentirsi minacciato, spiato, perseguitato.

I sintomi della schizofrenia interessano pertanto tutte le funzioni che caratterizzano il comportamento, la cognizione e le emozioni dell’individuo.


Principali manifestazioni d’esordio della schizofrenia

- Chiusura ai rapporti interper sonali: atteggiamento di distanza e di diffidenza che l’individuo manifesta nei confronti degli altri sia che appartengano all’ambito familiare sia che siano al di fuori di esso.

- Inaridimento affettivo: inizio lento e talvolta insidioso di restrizione e poi abbandono di attività o particolari  interessi che l’individuo manteneva e coltivava.

- Controllo del proprio comportamento: progressiva perdita di spontaneità e disponibilità, l’individuo percepisce che qualche cosa sta cambiando intorno a lui ma non riesce a darsene una spiegazione.

-  Angosce di modificazioni fisiche: preoccupazioni eccessive e non motivate da  dati reali rispetto al proprio aspetto fisico o al funzionamento dei propri organi, l’individuo teme che il proprio corpo si stia modificando o trasformando.

La diagnosi precoce di Schizofrenia è d’importanza fondamentale, infatti il riconoscimento ed il trattamento tempestivo dei sintomi  può influenzare il decorso della malattia.

I criteri diagnostici per la Schizofrenia secondo il DSM-IV sono i seguenti :

- Deliri (disturbi del contenuto del pensiero, es. delirio di persecuzione)

- Allucinazioni (disturbi della percezione che possono coinvolgere tutti i sensi; le più comuni sono le allucinazioni uditive, ad es. udire voci che parlano).

- Eloquio disorganizzato (per es. frequenti deragliamenti o incoerenza)

Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico (comportamento apparentemente non finalizzato, inquieto e illogico oppure bloccato e negativista)

- Sintomi negativi (appiattimento dell’affettività, alogia o abulia).

- I sintomi caratteristici della Schizofrenia si possono concettualmente far ricadere in due grosse categorie:

1) Sintomi positivi che riflettono un eccesso o una disfunzione delle funzioni normali ed includono deliri e allucinazioni, comportamento disorganizzato e bizzarro, ecc.

2) Sintomi negativi che riflettono una perdita delle funzioni normali ed includono appiattimento dell’affettività, povertà di linguaggio, isolamento sociale, ecc. 


SOTTOTIPI DI SCHIZOFRENIA

Sotto il profilo clinico e diagnostico sono stati classificati i sottotipi di Schizofrenia che secondo gli attuali criteri classificativi del DSM_IV sostituiscono le precedenti classificazioni che consideravano la Schizofrenia nelle sue quattro varianti (Ebefrenica, Catatonica, Simplex e Paranoide).

● TIPO PARANOIDE

caratterizzata prevalentemente da delirio di persecuzione o di grandezza ed allucinazioni uditive, si manifesta in età più avanzata rispetto alla forma disorganizzata o catatonica;

● TIPO DISORGANIZZATO

rappresenta la forma tipica di Schizofrenia, è caratterizzata da un comportamento disinibito, disorganizzato e bizzarro, l’aspetto personale ed il comportamento sociale sono disgregati, i deliri sono di varia natura (bizzarri, mistici, persecutori, di influenzamento ecc.), sono presenti allucinazioni;

● TIPO CATATONICO

è la forma più rara ed è caratterizzata da un grave disturbo delle funzioni motorie che può comprendere negativismo, mutismo, rigidità e stereotipie. A tale condizione di negativismo fisico può alternarsi una condizione di eccitazione;

● TIPO INDIFFERENZIATO

rappresenta una forma che non ha una sua propria espressione clinica nel senso che possono coesistere tante manifestazioni quali deliri, allucinazioni, comportamenti catatonici e nello stesso individuo tali sintomi possono presentarsi periodicamente in maniera diversa;

● TIPO RESIDUO

compaiono comunemente l’appiattimento emozionale, l’isolamento sociale, il comportamento eccentrico. Deliri e allucinazioni, se presenti, non sono mai importanti e non sono accompagnati da effetti di rilievo.


TRATTAMENTO

Il trattamento della schizofrenia si articola su tre fronti:

- Farmacoterapia per alleviare i sintomi e prevenire le ricadute.

Attualmente vengono utilizzati sia gli antipsicotici standard (chiamati neurolettici) che i nuovi antipsicotici chiamati di ultima generazione o “atipici”. Associati agli antipsicotici, gli altri farmaci che hanno dato una risposta positiva sono le benzodiazepine che controllano l’ansia e la tensione e gli antidepressivi che migliorano l’umore.

- Psicoterapia individuale con il paziente e/o psicoterapia familiare rivolta a tutti i membri della famiglia che possono utilizzare uno spazio terapeutico finalizzato alla comprensione e condivisione delle dinamiche relazionali Intrafamiliari.

- Riabilitazione per aiutare il paziente a recuperare le capacità personali, sociali e lavorative compromesse durante la malattia.

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